Vivere intensamente: gli adolescenti e la percezione del tempo e della morte

di Roberta Bara

Tempo stimato di lettura: 5 minuti.

Durante l’adolescenza il modo in cui i ragazzi percepiscono il tempo e la morte cambia profondamente. In questa fase della vita, iniziano a rendersi conto che il tempo non è infinito e che tutto ha una fine, anche la loro esistenza. Questo pensiero può essere per loro sia spaventoso che affascinante.

I giovani spesso vivono ogni momento con intensità, come se ogni esperienza fosse unica e irripetibile. La consapevolezza della loro precarietà li porta a voler sperimentare tutto subito, a cercare emozioni forti e a vivere il presente in modo molto sentito. Tuttavia, questo può anche causare ansia e preoccupazione per il futuro, poiché iniziano a capire che il tempo passa e non torna indietro. Ogni scelta porta a delle conseguenze, ogni investimento in un progetto porta ad un parallelo disinvestimento verso tutti gli altri, ogni occasione mancata può essere irrecuperabile, soprattutto se attuabile solo in determinate fasi della crescita. Decade l’onnipotenza infantile: l’adolescente si ritrova a dover affrontare il lutto di non poter essere tutto ciò che vuole, contrariamente a quando era bambino, in cui doveva solo scegliere se fare l’astronauta, lo sceriffo o il pompiere.

La morte, un concetto che durante l’infanzia sembrava lontano e irreale, diventa qualcosa di più concreto. I ragazzi possono rimanerne affascinati, fantasticando su cosa possa succedere  dopo la vita, oppure possono averne paura, immaginando cosa significhi per loro e per le persone che amano. Questa riflessione può portarli a comportamenti rischiosi, come sfidare i limiti per sentirsi vivi e testare la propria invulnerabilità.

Il confronto con il limite, temporale e corporeo, li costringe a riflettere sul significato della vita e su cosa vogliono veramente. È un periodo di grande trasformazione, dove le domande esistenziali diventano centrali. Capire e affrontare questi pensieri aiuta gli adolescenti a crescere e a formare la propria identità, preparandoli a diventare adulti più consapevoli e responsabili.

Bibliografia

Grimoldi, M. (2008). Adolescenze estreme. I perché dei ragazzi che uccidono. Milano: Giangiacomo Feltrinelli Editore.oanalitica del paziente giovane adulto.  Milano – Udine: Mimesis Edizioni. quet nunc.

Scritto da Daniele Angeli

Giovani Adulti | Psicologia

12/12/2024

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